Smiths in cuffia. Adrenalina
mista a insonnia. ormai è anche
questo già un clichèe, tutte le notti,
e non so se dipenda anche dalla
mancanza di S.Questo stare sul
"ponte", come lo ha definito ieri C.,
è durissimo. Solo il mio perdurante
"bel tempo" me lo rende sopportabile.
Ma sento che la paura poco a poco se
ne va. Non sento pù il sacro terrore
di fronte agli avvenimenti come una volta.
Ma la tensione in me è comunque
ancora molto forte; pensando, si sono
fatte le 3 e 49, così lampeggiando il
tempo balza in avanti, ma è sempre
meno quello, che un pò consciamente, un
pò per chissà quale questione irrisolta
dentro, nelle inacessibili stanze
del mio inconscio...
domenica 7 marzo 2010
lunedì 22 febbraio 2010
Diario da Urbino - 1986
Sono qui da 10 giorni ormai, e se è sopraggiunta una ambientazione, lo devo molto al naturale corso degli eventi.
Sabato scorso qui a Cà Fattore ho conosciuto Marcella di Catania, e la sua amica darkeggiante Stefania. Marcella, ex-ISIA, piena di vitalità, sta provando lo "sbarco" milanese. Stefania fà lingue. Con loro a cena alle Tre Piante, mi sono fatto un pò di risate sincere davanti a un ottimo piatto di strozzapreti. La serata è poi finita qui da me, con sbadigli e gran saluti.
Ieri piomba qui Fabrizio di Taranto, really simpatico, parecchio in gamba, senza storture, un tipo di indole allegra. Pomeriggio con lui a zonzo per Urbino, tra una libreria e l'ape grezza alla "Herboristeria".
Promesse di cene al Collegio dell'Aquilone.
Oggi, dopo la doccia fredda di ieri (non puoi saltare le classi, stai pure in Prima) come se non capissero che per me è estremamente decisivo fare le cose in fretta.
Ne è derivato, nonostante tutto, un senso di vuoto interiore; quella che era una vaga sensazione si è radicata un pò più profondamente. E' una sfiducia che mi disarma, dopo l'entusiasmo dei primi giorni.
Ma è realtà, come realtà vuol dire farsi da mangiare, stare fuori dal mondo. E' un senso di sradicamento, come se albero, tardassi ad attecchire in questo terreno.
Come vorrei avere di nuovo 14 anni, in questa scuola: non sapere che il mondo è duro, non sapere cosa vuol dire drogarsi per anni, non sapere le privazioni, gli strappi emotivi, le incertezze, il fondo, la negatività che si erge come un re dal fondo del pozzo.
Ma non si può più, e mi devo accettare per quel che sono, e convincermi che anche quelle erano esperienze e che comunque mi saranno d'aiuto per il futuro.
Mi scruto tanto (ETCHIU') mi sento innaturale, poso per insicurezza atteggiamenti abbastanza assurdi, ancora troppo "sfasati". Mi sento molto timido, diffidente e la spontaneità dell'estate si scioglie alle nebbie d'autunno.
Urbino 8.10.86
Sabato scorso qui a Cà Fattore ho conosciuto Marcella di Catania, e la sua amica darkeggiante Stefania. Marcella, ex-ISIA, piena di vitalità, sta provando lo "sbarco" milanese. Stefania fà lingue. Con loro a cena alle Tre Piante, mi sono fatto un pò di risate sincere davanti a un ottimo piatto di strozzapreti. La serata è poi finita qui da me, con sbadigli e gran saluti.
Ieri piomba qui Fabrizio di Taranto, really simpatico, parecchio in gamba, senza storture, un tipo di indole allegra. Pomeriggio con lui a zonzo per Urbino, tra una libreria e l'ape grezza alla "Herboristeria".
Promesse di cene al Collegio dell'Aquilone.
Oggi, dopo la doccia fredda di ieri (non puoi saltare le classi, stai pure in Prima) come se non capissero che per me è estremamente decisivo fare le cose in fretta.
Ne è derivato, nonostante tutto, un senso di vuoto interiore; quella che era una vaga sensazione si è radicata un pò più profondamente. E' una sfiducia che mi disarma, dopo l'entusiasmo dei primi giorni.
Ma è realtà, come realtà vuol dire farsi da mangiare, stare fuori dal mondo. E' un senso di sradicamento, come se albero, tardassi ad attecchire in questo terreno.
Come vorrei avere di nuovo 14 anni, in questa scuola: non sapere che il mondo è duro, non sapere cosa vuol dire drogarsi per anni, non sapere le privazioni, gli strappi emotivi, le incertezze, il fondo, la negatività che si erge come un re dal fondo del pozzo.
Ma non si può più, e mi devo accettare per quel che sono, e convincermi che anche quelle erano esperienze e che comunque mi saranno d'aiuto per il futuro.
Mi scruto tanto (ETCHIU') mi sento innaturale, poso per insicurezza atteggiamenti abbastanza assurdi, ancora troppo "sfasati". Mi sento molto timido, diffidente e la spontaneità dell'estate si scioglie alle nebbie d'autunno.
Urbino 8.10.86
venerdì 19 febbraio 2010
Ticonzero - Il mondo delle chatlines - 1998
CHI E'?
- Un personaggio di una delle più
popolari chat lines italiane. - Presente fin dalla nascita della
chat. E' medico psichiatra, 45 enne,
ricco, colto. Vive a Milano. - Si collega nelle pause del suo
lavoro, tra una seduta e l'altra. - Si è creato in chat una serie di
rapporti intimi e privilegiati con
alcuni "utenti" - Partecipa alle cene che vengono
organizzate - Possiede una casa a Portofino
- I suoi interventi in chat sono
sempre colti, profondi, è sempre
pronto a cogliere il lato psicologico
delle discussioni
Bozza di sceneggiatura
- Interno abitazione - Uomo di
spalle davanti a computer.
Sul bus, sul treno - 1995
Controllore emiliano, stazione di Reggio E., ad un ragazzo che corre:
C: "Cosa fai, ti manca il timbro?"
R: "Si"
C: Mo va là, salta sù!"
Sul treno, Reggio Emilia 20.6.95
----
Controllore, ad un ragazzo fermato senza biglietto:
C: "come ti chiami"
R: "Selvaggio"
C: "Come, Selvaggio... e poi?"
R: "Iorio"
Autobus strapieno, Torino, 15.1.95
C: "Cosa fai, ti manca il timbro?"
R: "Si"
C: Mo va là, salta sù!"
Sul treno, Reggio Emilia 20.6.95
----
Controllore, ad un ragazzo fermato senza biglietto:
C: "come ti chiami"
R: "Selvaggio"
C: "Come, Selvaggio... e poi?"
R: "Iorio"
Autobus strapieno, Torino, 15.1.95
mercoledì 17 febbraio 2010
Lettera a Guido - 1984
S.M.O. 19 giugno 1984
Caro Guido,
Anzi Barney, come và? Sono
arrivato oggi in treno, e poi in
corriera, e ora Carlo sta suonando
Sound of Silence al piano.
Si sta bene qui, c'è molta pace,
e io ne ho ver. bisogno, non ce la
facevo più a Torino. Troppa paranoia
in casa soprattutto.
Caro Guido,
Anzi Barney, come và? Sono
arrivato oggi in treno, e poi in
corriera, e ora Carlo sta suonando
Sound of Silence al piano.
Si sta bene qui, c'è molta pace,
e io ne ho ver. bisogno, non ce la
facevo più a Torino. Troppa paranoia
in casa soprattutto.
Il lessico della gente - 1994
Il lessico della "gente". Le parole di cui è fatto il mondo, l'ambiente delle persone. Le parole che gruppi diversi usano per comunicare. Dal significato delle parole ricorrenti nei discorsi si può stabilire la qualità della vita di quelle persone. Dalla mancanza di alcune parole indicanti una extra territorialità dal gruppo, si possono capire le reali esigenze di quel gruppo o di una singola persona di esso.
Dal taccuino, 9.9.94
Dal taccuino, 9.9.94
sabato 6 febbraio 2010
Senza titolo - Quaderno Linus - 1987
Ogni giorno una roccia e le notti
stelle sacrificate
Ogni scatto un eternità
ogni ora un attimo
8.2.87
stelle sacrificate
Ogni scatto un eternità
ogni ora un attimo
8.2.87
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